SOGLIANO AL RUBICONE
La località è conosciuta per la produzione di un particolare
tipo di formaggio stagionato in antiche fosse da grano, di origine
malatestiana, conosciuto anche come "formaggio di fossa".
Il toponimo originario del paese pare derivare da quello del
"Fundus Solliani", nome originario dell'attuale area su cui sorge il
Comune di Sogliano al Rubicone. Tale fondo apparteneva alla gens romana
Cornelia della familia Silla, in parte residente a Rimini. Di tale gens è
discendente la famiglia dei Silighini, la cui dimora nel 1144 ha il nome di
"Castrum Sulliani" e che nel settembre del 1233 prestò giuramento a
Rimini (giuramento della Calbana). Sul finire del Settecento i Silighini si
spostano nel territorio delle Ville di Montetiffi, dove Sebastiano esercitò la
professione di avvocato e dove tuttora è la residenza di famiglia. Lo stemma di
famiglia ha due spighe di grano dorate intrecciate su bianco.
Fonti meno attendibili riconducono l'origine del nome Sogliano
all'antica usanza di adorare il dio pagano Giano Bifronte.
Nel periodo medioevale Sogliano fu castello dei Malatesta di
Rimini, sul quale esercitarono il loro dominio più duraturo. Infatti i
Malatesta governarono il territorio soglianese sino al 1640, anno in cui passò
allo Stato Pontificio. Il castello malatestiano, che sorgeva anticamente nel
punto più alto del paese, venne definitivamente distrutto nel corso del XIX
secolo per delibera del consiglio comunale, che realizzò in tale luogo un'ampia
piazza al fine di favorire l'importante funzione di mercato agricolo assunto
dalla cittadina.
Nei primi anni del XX secolo studiarono, e soggiornarono,
nel locale convento delle Agostiniane le sorelle del poeta Giovanni Pascoli, il
quale f profondamente legato al luogo ed a cui dedicò diverse poesie.
Negli anni dal 1950 al 1970 la cittadina visse il suo
momento più buio; a seguito del forte sviluppo economico della pianura, la sua
popolazione si ridusse di due terzi nel breve periodo di vent'anni.
Dagli anni ottanta la città ha ritrovato motivo di sviluppo
economico nel rilancio della produzione del formaggio di fossa (che in realtà
non è mai cessata fin dal periodo malatestiano), prodotto tipico del luogo
conosciuto in tutto il mondo.
Chiesa del Suffragio
La chiesa del Suffragio si trova nel centro di Sogliano al
Rubicone in piazza Mazzini accanto alla torre civica, e i lavori di costruzione
iniziarono il 26 aprile 1671 per l'iniziativa della Compagnia del Suffragio e
venne aperta al culto il 22 maggio 1679.
L'esterno è molto semplice e in laterizio. La facciata è in
mattoni, sopra al portale si trovano due finestre, rispettivamente ai lati
della facciata, e il tutto si conclude con un elegante timpano anch'esso in
mattoni.
L'interno è ad unica navata con due cappelle laterali,
probabilmente aggiunte alla costruzione originaria agli inizi del XVIII secolo.
Ha un ingresso a bussola, ancora originale in legno, così come la balaustra
dell'organo. Al suo interno sono custoditi le opere d'arte più importanti di
Sogliano al Rubicone:
• La tela
raffigurante la Madonna delle Vigne era conservato nell'antico oratorio che
porta lo stesso nome della tela.
• La
Madonna del Carmine, statua ottocentesca in cartapesta custodita nella cappella
di destra.
• Il
secentesco Battesimo di Cristo collocato a sinistra dell'altare maggiore.
• il
Crocifisso ligneo dorato, coperto da un perizoma e proveniente da Verucchio
collocato nella prima cappella laterale di sinistra.
• Il
paliotto e la tela posta sull'altare dell'altare maggiore che è diviso in due
sezioni che rappresentano nella parte inferiore le Anime del Purgatorio salvate
dagli Angeli mentre in quella superiore la Beata Vergine Maria che tiene in
braccio Gesù Bambino:
• La via
Crucis proveniente dall'Oratorio di San Francesco di Paola.
Monastero di Santa Maria della Vita
Il monastero di Santa Maria della Vita sorge di fronte alla
chiesa della Madonna dello Spasimo nel centro storico di Sogliano al Rubicone.
Nel 1824, l'edificio che ora ospita il Monastero delle
Carmelitane e l'annessa Chiesa dello Spasimo vennero donati al Convento delle
Monache Agostiniane.
In quell'anno, infatti, il parroco soglianese Don Paolo
Mariani venne a conoscenza che il convento delle monache di clausura di
Roncofreddo sarebbe stato soppresso a breve e così decise di trasformare un
edificio della parrocchia con un edificio per le suore.
Le Agostiniane vi rimasero fino ai primi anni novanta,
quando furono sostituite dalle Carmelitane, che attualmente abitano il
monastero.
Chiesa della Madonna dello Spasimo
La chiesa della Madonna dello Spasimo risale ai primi anni
del XVI secolo ed è l'unico edificio visitabile al pubblico di tutto il
monastero di Santa Maria della Vita: l'oratorio venne edificato secondo il
volere di Ramberto Malatesta per la popolazione che viveva fuori dalle mura del
castello. La chiesa in origine era più piccola e orientata diversamente
rispetto adesso: aveva l'abside in quella che è la cappella di destra e la
porta dove oggi è situato l'altare maggiore.
L'ampliamento dell'oratorio avvenne dopo il 1824, quando la
chiesa venne donata al Convento delle Monache Agostiniane.
Chiesa di Santa Lucia
La chiesa di Santa Lucia sorge in via della Resistenza,
accanto al palazzo omonimo voluto dal notaio Sabattini.
La facciata, in mattoni a vista, si presenta in stile
gotico, con un rosone centrale delimitato da due lesene, sia a sinistra che a
destra. La facciata termina con un frontone slanciato delimitato da due guglie.
Al suo interno è collocato un quadro raffigurante la martire
Santa Lucia, realizzato probabilmente da Alessandro Guardassoni, a cui è
dedicata la piccola chiesa.
Oratorio di San Francesco di Paola
Annesso a Palazzo Nardini, nel cuore di Piazza Garibaldi,
l'oratorio di San Francesco di Paola è un piccolo ma elegante edificio eretto
nel 1748 per volontà del conte Antonio Maria Marcosanti sul lato sinistro del
suo palazzo.
L'oratorio venne realizzato seguendo le sobrie linee dello
stile barocco settecentesco e venne arricchito all'interno con suppellettili
preziose.
Chiesa di San Matteo
Come tante altre chiese della zona e del comune di Sogliano
al Rubicone, anche la chiesa di San Matteo di Savignano di Rigo ebbe una prima
fase ecclesiastica come cappella del Castello e divenne parrocchiale tra la
fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.
La chiesa attuale, fu costruita nel 1908 e i parroci vi
hanno risieduto fino alla morte dell'ultimo nel 1985.
La chiesa di Savignano di Rigo è l'ultima chiesa
appartenente alla Diocesi di Rimini, ai confini con quelle di San
Marino-Montefeltro e di Cesena-Sarsina.
Chiesa di San Pietro
Nella frazione di Strigara.
Della parrocchia si hanno ricordi vaghi: una prima chiesa fu
costruita sotto il castello, nella piana, dove risiedevano anche i cortigiani e
i contadini. Poi probabilmente una frana si portò via la chiesa e parte delle
abitazioni. Così troviamo che la cappella del castello diventa anche chiesa
parrocchiale. Conclusasi la storia del castello, la chiesa rimase e fu ampliata
ed è quella che si può osservare ancora oggi.
La popolazione però continuò ad abitare e a fabbricare case
nuove nella parte bassa, detta La Piana. Così, data la vetustà della chiesa del
castello e l'opportunità di una maggior vicinanza alla popolazione, nel 1953 il
vescovo monsignor Antonio Bergamaschi dellaDiocesi di San Marino-Montefeltro,
da cui la parrocchia dipendeva, fece erigere una nuova chiesetta, dedicata alla
Sacra Famiglia, lasciando alla vecchia chiesa il titolo di San Pietro.
Col passaggio alla diocesi di Rimini nel 1977 la parrocchia
di Strigara fu soppressa e inglobata in quella di Sogliano al Rubicone.
Chiesa di San Paolo
La chiesa di San Paolo costruita nel 1958 sostituisce la
precedente chiesa parrocchiale situata nella frazione di San Paolo all'Uso.
La costruzione in stile moderno molto semplice, custodisce
al suo interno un bellissimo crocifisso ligneo realizzato da padre Agostino
Venanzio Reali che abbellisce l'altare maggiore.
Chiesa di San Leonardo
L'Abbazia di San Leonardo è situata a Montetiffi, borgo del
comune di Sogliano al Rubicone. È costruita su uno sperone roccioso che domina
la valle, nel cuore del Montefeltro. La struttura interamente in pietra concia
ha una pianta a croce latina, con un'unica navata. Solo nel XVII secolo sono
state costruite due cappelle laterali e una cantoria in legno per ospitare l'organo.
L'abside fondata sulla roccia fa pensare a maestranze comacine.
Edificata in pietra concia a metà dell'XI secolo, è uno dei
più importanti monumenti romanici che la Romagna possa vantare.
Donata nel 1089 all'ordine benedettino dai capofamiglia del
luogo, l'abbazia fu restaurata nel 1334 su ordine dell'abate Bartolo per
assumere la funzione di protezione militare, viste le aspre lotte tra guelfi e
ghibellini che attraversavano il Montefeltro. A testimonianza di ciò vi è
un'epigrafe incisa sul muro interno, nella navata.
Nel XV secolo l'Abbazia viene data in commenda ai Guidi di
Bagno di Montebello, per poi passare all'altro ramo della famiglia, i conti
Poppi, che la ressero fino a circa il 1800.
All'interno si possono ammirare dei residui di affreschi del
XIV-XV secolo raffiguranti svariati santi, alcuni dei quali citati anche
nell'epigrafe datata 1120 su un antico cippo d'altare, collocato nel transetto.
L'altare maggiore presenta delle parti in legno dipinto e dorato e delle altre
in scagliola dipinta principalmente in bianco e nero, con motivi vegetali e
antropomorfi.
Scarsamente visibili, nel transetto alla base del campanile
vi sono dei bassorilievi che ricordano il tema dell'arbor vitae.
La torre campanaria è collocata a lato della chiesa, dalla
parte dello strapiombo, ed è una costruzione massiccia ma slanciata allo stesso
tempo. È dotata di due ordini di monofore a tutto sesto, il più alto dei quali
è di dimensioni maggiori, e appartiene alla cella campanaria. La campana che
viene suonata tutt'oggi a mano da una famiglia del borgo è risalente al XVII
secolo, ed è facilmente udibile in tutta la vallata.
Il presbiterio mantiene una copertura a volta con abside, la
restante parte della navata è ora coperta a capriate, nonostante si vedano gli
attacchi di arcature che fanno presumere la precedente totale copertura a
botte. All'interno si trovano inoltre due confessionali in legno dell'Ottocento
e tre quadri, due dei quali conservati in prestigiose cornici barocche di legno
intagliato e dorato. Uno di questi, raffigurante la vita di San Leonardo e
dipinto nel 1861, è di un pittore di Gatteo (FC).
Chiesa di San Paterniano
La chiesa di San Paterniano di Massamanente venne fatta
costruire nel 1635, anno in cui era parroco Don Pasquino Roselli di Secchiano
Marecchia: sulla porta vicino alla sagrestia è stata trovata una lapide in cui
vengono citati l'anno di costruzione e il parroco dell'epoca.
L'edificio presenta una facciata molto semplice di pietre e
mattoni a vista con un'unica finestra rettangolare sopra la porta d'ingresso
principale: anticamente aveva anche un altro ingresso sul fianco sinistro, come
si può notare dall'esterno in cui si trovano i resti di un antico ingresso alla
chiesa.
L'interno è ancora ben curato con molti bei arredi e varie
opere.
Sia l'esterno, sia l'interno della chiesa, sono stati
recentemente restaurati.
Chiesa di Santa Maria Riopetra
La chiesa di Santa Maria Riopetra venne fatta erigere nel
1789 per volere del sacerdote don Giambattista Ricci con annessa casa parrocchiale.
Nel 1905 don Giambattista Ceroni allungo l'edificio
donandogli l'attuale facciata con la scalinata di accesso e una bifora sopra al
portone d'ingresso.
Nel 1939 i parrocchiani e il parroco don Guido Nucci
adornarono la chiesa con nuovi altari e con una nuova sagrestia.
Al suo interno è da ammirare uno splendido organo di stile
tipicamente rurale, in legno dipinto, che risale al 1700 ed è l'organo più
antico in tutto il comune di Sogliano al Rubicone.
Chiesa di Santa Maria Assunta
La chiesa di Santa Maria Assunta risalente al 1866 venne
edificata in sostituzione all'antichissima chiesa che sorgeva nella vicinissima
località di Curto circa mille anni fa, andata distrutta a causa di una frana.
La chiesa presenta una facciata semplice e lineare, con un
portale d'ingresso molto semplice e di forma rettangolare al di sopra del quale
si trova una finestra semicircolare terminante e con un frontone triangolare.
All'interno si trova una tela raffigurante Maria Assunta in
gloria con angeli realizzata nel 1886 da Nucci Sante, stesso pittore della
Madonna della Cintura conservata all'interno della Chiesa della Madonna dello
Spasimo.
Il tempietto di San Donato originariamente era un oratorio
annesso alla Chiesa di Santa Maria Assunta (chiesa parrocchiale di Vignola),
utilizzato anche come luogo di sepoltura. Questo tempietto sorge sul luogo di
una cruenta battaglia della seconda guerra mondiale, tra tedeschi e inglesi, ed
è stato restaurato da pochissimo tempo. All'interno era conservata una tela
realizzata anonimamente che ora scomparsa e raffigurava la Madonna col Bambino,
San Sebastiano (Santo Patrono della cittadina di Sogliano al Rubicone) e San
Donato che teneva in mano il calice del miracolo. Della tela scomparsa però, è
rimasta un'immagine fotografica che ha permesso le realizzazione di un nuovo
quadro che si trova nella Chiesa di Santa Maria Assunta.
Pieve di Santo Stefano in Murulo (Montegelli)
La fondazione originaria della pieve di Santo Stefano in
Murulo sembra risalire attorno al VII-VIII secolo, ma non ne è rimasta alcuna
traccia.
La chiesa attuale, costrutita in stile romanico, risale al
XII secolo; nel tempo ha subito molti rifacimenti fra cui il più importante è
quello dell'orientamento dell'edificio.
L'attuale facciata venne realizzata nel 1913, lo stesso anno
in cui la navata venne allungata di due metri e venne capovolto l'orientamento
della pieve: alcune ipotesi sostengono che l'inversione sia avvenuta prima del
1600. Più avanti l'alzaia antistante fu sostituita dalla scalinata tutt'oggi
presente sul sagrato della Pieve rendendola più alta e maestosa.
A fianco dell'edificio, sul lato mare, sorge il campanile
che risale al XIX secolo.
All'interno della pieve di Santo Stefano in Murulo
sull'altare maggiore è conservato, il Martirio di Santo Stefano di Vincenzo
Lasagni, tela che raffigura il santo che sta per cadere sotto il tiro di pietre
lanciate dai suoi carnefici; il piccolo Saulo fa guardia ai vestiti e ilPadre
Eterno, innalzandosi in volo sulle nuvole, dona coraggio e vita al primo
martire della chiesa.
Sul lato sinistro della navata della pieve si trova il
battistero con la vasca battesimale di pietra istriana che risale al XVI
secolo. La vasca, larga 59 cm e alta 43 cm, è stata lavorata a ruvido solo sul
lato frontale, ove si trova uno stemma a bassorilievo inquadrato da uno scudo
rivolto con la punta in basso, ed è appoggiata su un cippo di muratura ed è
chiusa con un coperchio piramidale di legno antico.
Oratorio di Sant'Agnese
Costruito nel 1854 da Brunetti, poi passato alla famiglia
Nucci, l'oratorio di Sant'Agnese sorge nel centro del piccolo paesino di
Montegelli, non lontano dalla pieve di Santo Stefano in Murulo.
Esternamente l'edificio appare molto semplice, la faccia
infatti è molto semplice: presenta un portale d'ingresso sul quale vi è
un'incisione in cui si trova la dedica della chiesetta alla santa; sopra questo
portale vi è una finestra bifora che permette l'illuminazione dell'edificio. La
chiesetta ha un piccolo campanile a vela anch'esso bifora che richiama la
finestra-bifora della facciata.
All'interno dell'oratorio di Sant'Agnese non ci sono opere
di grande valore artistico.
Chiesa di San Biagio
La chiesa parrocchiale di San Biagio di Rontagnano sorge
sulla sommità del colle nel luogo in cui una volta si ergeva un antico
castello, oggi ribattezzato col nome di Piazza Castello: la costruzione della
parrocchiale è databile alla prima metà dell'Ottocento.
Esternamente l'edificio appare molto semplice, infatti
l'unico motivo della facciata è un finto rosone, mentre all'interno della
chiesa sono conservati alcuni interessanti arredi provenienti dalla vecchia
chiesa parrocchiale e dall'oratorio della Rocca; meritano particolare
attenzione un inginocchiatoio ligneo del XV secolo, la pala d'altare e l'organo
del XVIII secolo.
Dietro l'abside della chiesa sorge il campanile, nonché la
torre civica, costruita intorno al XII secolo che è annessa ad una parte di
resti dell'antica fortificazione.
Chiesa della Natività di Maria Santissima
La chiesa della Natività di Maria Santissima è stata
edificata sulla roccia di Pietra dell'Uso; non è nota la data di costruzione ma
si presume che sia di epoca medioevale. Dopo essere stata eretta sui resti di
una roccaforte e di una torre di avvistamento, per anni di proprietà della
Curia, è stata sconsacrata e venduta al comune di Sogliano al Rubicone affinché
procedesse al restauro conservativo dell'edificio.
Al momento non è possibile visitare la chiesa al suo
interno, con il campanile del XVII secolo
La Romagna è terra di sapori forti, con prodotti tipici che
vengono diffusi poi sul territorio nazionale, ma che nascono tra le colline
della Romagna. Uno di questi è il
formaggio di fossa di Sogliano sul Rubicone, un piccolo borgo sulle colline nell’entroterra
della Valle del Rubicone. L’origine della tecnica di stagionare il formaggio
nelle fosse risale al XV secolo. Il periodo tradizionale di infossatura era
fine Agosto-Settembre e la riapertura delle fosse il 25 Novembre, giorno di
S.Caterina. La permanenza in fossa del formaggio nel periodo autunnale aveva
una duplice motivazione: da un lato il periodo di massima produzione di latte
era (e lo è ancora oggi anche se in misura minore) il periodo
primaverile-estivo per una maggiore abbondanza di pascolo e quindi la necessità
di trasformarlo in formaggio e di stoccarlo per i periodi meno produttivi;
d'altra parte si poteva disporre di formaggio anche durante l'inverno con le
stesse caratteristiche di freschezza e bontà di quello prodotto nei periodi
estivi. Il formaggio di fossa di
Sogliano sul Rubicone si distingue per le seguenti caratteristiche:
deformazione del formaggio, dalla tradizionale forma cilindrica, anche a
seguito della sovrapposizione delle forme una sull'altra nelle fosse; per lo
stesso motivo non sono distinguibili la crosta e la pasta che si presentano
compatte e friabili. Il colore va dal bianco al giallo paglierino mentre il
sapore è delicato, quasi dolce all'inizio della degustazione, per poi diventare
sempre più piccante con retrogusto amaro; ha un odore particolare che ricorda
l'humus del sottobosco. Il formaggio "Il Fossa" di Sogliano al
Rubicone deve il nome al fatto che la sua stagionatura avviene in ambienti
sotterranei speciali, le "fosse", di probabile origine medievale scavati
nel tufo del paese di Sogliano al Rubicone, paese della provincia di
Forlì-Cesena al confine con i territori delle Provincie di Rimini e
Pesaro-Urbino; queste tre provincie rappresentano la zona tipica di produzione.
La Romagna terra di sapori forti e di antiche tradizioni che uniscono le
colline al mare.
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