Valle dell'Uso
Il Torrente Uso nasce dal Monte di Perticara (mt 883), e dopo un corso
di circa 40 Km si getta nell'Adriatico nei pressi di Bellaria. A carattere
torrentizio, le acque di sorgente scarseggiano, raccoglie principalmente le
acque piovane che scendono dalle brulle pendici della sua stretta valle.
Lungo il suo corso a parte Sant'Arcangelo sulla via Emilia e Bellaria
alla foce, non troviamo agglomerati urbani importanti, ma principalmente
piccoli borghi costituiti da poche abitazioni.
La sua vallata nel tratto a monte della via Emilia è stretta e
contorta, così come la strada che lo costeggia.
La vallata si risale partendo da Santarcangelo, e giunti alla piccola
frazione "Lo stradone" la strada inizia a serpeggiare e la valle a
restringersi.
Si supera Masrola e si giunge poco dopo all'abitato di ponte dell'Uso
(18 Km da Savignano), poche anche le case sparse lungo il percorso.
Da questa frazione, prendendo in direzione Montetiffi, inizia la parte
"più alta" e selvaggia della valle.
Si procede su strada stretta e "nervosa" che si incunea fra
colline caratterizzate da vegetazione scarsa e a basso fusto, il letto del
torrente, spesso lontano, è quasi costanemente nascosto dalla vegetazione.
Incontriamo una strettoia con il torrente incassato fra alte pareti
rocciose, e subito dopo un ponte siamo a Pietra dell'Uso, già feudo
dell'Abbazia di Montetiffi.
Alta su di uno sperone sulla nostra destra, si staglia la chiesa
Medioevale della Natività di Maria, quasi posta a guardia della vallata.
roseguiamo sulla Provinciale, le pendici della valle sono un continuo
rimescolarsi di campi coltivati e erba medica, incolti, calachi e piccoli
boschetti, intervallati da calanchi e formazioni rocciose.
Pochi chilometri e si erge alto l'abitato di Montetiffi, che dai suoi
400 metri di altezza sembra essere l'ultima sentinella di un passato ormai
fuggito.
Superato il colle di Montetiffi, dopo pochi chilometri la nostra
strada abbandona il corso dell'Uso per portarsi verso il paese di Perticara,
lasciando il corso del piccolo fiume che prosegue deciso verso la sua sorgente
posta nel cuore del massicco monte di Perticara, detto anche monte Aquilone. Il
Torrente Rubicone (Urgon) il fiume dalle acque rossastre, nasce dal colle di
Strigara , e dopo un corso di circa 44 Km si getta nell'Adriatico fra Savignano
e Gatteo.
Tanto piccolo è il fiume, quanto grande è la sua fama.
Nell'antichità il suo corso delimitava il confine fra le popolazioni
Italiche del centro da quelle galliche della Padania. Nel 49 a.c. Cesare al
comando delle sue truppe galliche varcando questo confine "alea iacta
est" , prese la decisione di marciare verso Roma.
Ma è veramente questo il famoso Rubicone? nell'antichità questa zona
era ricca di paludi e i fiumi che vi confluivano cambiavano spesso il loro
corso.
Solo con la centuriazione Romana la zona fu bonificata, ma anche
questa nel corso dei secoli ha subito alluvioni e dissesti idrogeologici con
conseguente variazione del corso dei fiumi.
La vallata del Rubicone si risale partendo da Savignano.
Percorriamo un'ampia valle, dai fianchi aperti e coltivati, con
ordinati impianti a frutteto.
Transitando sulla provinciale che segue il fondovalle, incontriamo ben
presto sui colli circostanti gli antichi nuclei di Roncofreddo (sponda
sinistra) e Borghi (sponda destra) e, quasi in cima alla valle, anch'esso
abbarbicato sul suo colle, l'ultimo abitato della piccola valle Sogliano al
Rubicone.
Percorrendo la strada che da Sogliano conduce a Roncofreddo possiamo
trovare sulla sinistra diverse deviazioni che transitando per piccole e
tortuose stradine collinari, ci portano al colle di Strigara e alla sorgente
del Rubicone, l'antico Urgon che tanto deve alla Storia.
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